I burattini tradizionali

I primi burattini che ho conosciuto, nell’infanzia, sono stati quelli tradizionali bolognesi: Sganapino, Fagiolino, Sandrone, Balanzone… 

Nel 2004, quando ho terminato la scuola per burattinai, a Cervia, ho iniziato la mia attività di burattinaia basandomi su canovacci del repertorio tradizionale: “Giove Giove”, “Fagiolino medico per forza”, “Fagiolino barbiere dei morti”, ecc…

Nel 2009, dopo 5 anni in cui interpretavo le maschere tradizionali, mi sono resa conto che quella non era la mia strada. Avevo bisogno di altri personaggi, che dessero voce alla mia femminilità ed al mio amore per il fiabesco.

Ho quindi ricominciato tutto da capo, uscendo dalla baracca, abbandonando momentaneamente il burattino. Ho iniziato a narrare le FIABE  (da non confondersi con le FAVOLE, a questa pagina del suo sito la scrittrice Bianca Pitzorno vi spiega la differenza fra i due generi) utilizzando dei pupazzi che io stessa cucivo.

Nel 2014 sono rientrata nella baracca dei burattini, ma con un nuovo repertorio, un nuovo stile. 

Nel 2016 ho vinto il premio nazionale “Ribalte di Fantasia” con il copione per burattini “La fiaba della Regina della Neve” (liberamente tratto da “La Regina della Neve” di H.C.Andersen).

Nel 2017 ho vinto il premio nazionale “Ribalte di Fantasia” con il copione per burattini “L’Orco nel fagiolo” (liberamente ispirato alla fiaba popolare inglese “Jack e la pianta di fagioli”).

Nel 2019 ho vinto il “premio Tina Anselmi”, un riconoscimento per le donne che si sono distinte nella propria professione.