Venerdì 30 ottobre 2020

“Gli irresistibili pupazzi di Madame Mangiafoco” di Emanuela Giampaoli

Lettera del 16 ottobre maggio 2017 da parte di Cristina, maestra elementare

Ciao Margherita! Ti rubo un minuto solo per congratularmi con te per lo spettacolo di stamattina. I bambini erano entusiasti a dir poco! Sicuramente nei prossimi giorni rielaboreremo l’esperienza in classe, ti aspettiamo!!!! Mi sento di parlare anche a nome di Antonella quindi ti mando un saluto anche da parte sua.

Lettera del 30 maggio 2016 da parte di Alessandro, papà di Lorenzo

Cara Margherita, vorrei ancora ringraziarti a nome di Lorenzo innanzitutto. Sono certo  che se potesse lo farebbe lui stesso. Questa esperienza è stata per lui e per noi molto importante e formativa e siamo sempre più contenti di averla fatta. Grazie anche della bellissima lettera che gli hai scritto: quando da grande la rileggerà potrà rivivere il primo vero percorso formativo della sua vita. Speriamo che anche i prossimi che si troverà ad affrontare possano essere per lui così positivi.

Lettera del 4 marzo 2015 da parte di Marcella, mamma di Giulio

Cara Margherita, grazie. I genitori dei bimbi mi hanno mandato messaggi entusiastici per dire quanto i loro figli siano contenti. Io non posso dirti che grazie mille per il bellissimo lavoro che fai e l’esperienza che ogni volta regali ai bambini.

Lettera del 2 febbraio 2015 da parte di Ilaria, mamma di Giacomo

Ciao Margherita, sono la mamma di Giacomo che ieri ha assistito al tuo meraviglioso spettacolo. Ci tenevo a ringraziarti. Ho apprezzato moltissimo la tua bravura, fantasia e sagacia nel creare una fiaba che una volta tanto si discosta dalla media dei mostri e spesso orrendi soggetti di film per bambini. Insomma un mondo di fiaba che ho apprezzato moltissimo.

Mail dell’1 febbraio 2015 da parte di Matteo, papà di Anna Chiara

Ancora complimenti e congratulazioni per il bellissimo ed indovinatissimo spettacolo di ieri. Per un ora tutti i bambini (e anche i genitori) sono stati attentissimi a seguire la storia e partecipativi quando c’era l’orco e sua figlia. Sei veramente un’Artista e i tuoi spettacoli sono Pura Arte. Grazie.

Da “Il Resto del Carlino” dell’1 novembre 2014, “Halloween, la città si tinge di dark: tutti gli eventi”:

Fattucchiere e streghe, sotto forma di burattini e di pupazzi, sono le protagoniste del doppio appuntamento proposto dal Teatrino di Mangiafoco per bambini dai tre anni in su. Oggi pomeriggio alle 18 al Colibrì, un’associazione culturale in via Cantinelli 16 (oltrepassato l’Arco del Meloncello venendo da Porta Saragozza) e domani mattina alle 11,30, Margherita Mangiafoco presenta L’apprendista stregona, una storia per burattini che racconta di Carlotta e Lucia, due pasticciere che dovranno fare i conti con le ricette strampalate di una fatucchiera. Ovviamente seguendone i consigli finiranno nei guai e ce ne vorrà del bello e del buono per riuscire a rimediare ai danni. Prima e dopo lo spettacolo the e pasticcini per genitori e bambini, ovviamente non quelli ispirati dalla malvagia cuoca.

Da “La Repubblica” del 25 ottobre 2014 , “Dieci bimbi in platea: Margherita inventa storie soltanto per loro”:


C’è una piccola sala, in via Martini 26, poco lontano dallo stadio, dove la burattinaia Margherita fa sognare i bambini coi suoi pupazzi creati ad arte per ogni nuova storia. Una magia per pochi: la platea è riservata a soli dieci spettatori per rappresentazione. Il Teatrino di Mangiafoco riapre i battenti oggi con «L’orco nel fagiolo», una fiaba sulla paura e la voglia di diventare grandi, pensata per bimbi dai tre anni in su: Giacomino ne ha dodici e non vuole crescere, ma il giorno in cui la mucca Bianchina decide di smettere di fare il latte, la sua vita d’un tratto cambia. Un grande classico per gli affezionati del Teatrino, che sorprenderà il pubblico con nuove marionette, nuove scenografie, e anche un finale inaspettato, mentre Margherita conclude gli ultimi ritocchi a pupazzi e storie per i prossimi racconti, in programma ogni fine settimana.

Dal “Corriere di Bologna”, 25 ottobre 2013, Fiabe,sogni e burattini nel teatro di Margherita di Micaela Romagnoli:

I grandi potrebbero passarci accanto e, distratti dal resto, non vederli; i piccoli invece no, a certi richiami rispondono sempre. Ed è stato così per noi. Mi guardavo attorno quando mio figlio li ha visti per primo. Appesi a un filo nella vetrina, davanti a una tenda rossa, c’erano alcuni personaggi di pezza, un re, una vecchina, un giullare, che introducevano al mondo oltre la porta. Un bambino è capace di riconnettere gli adulti alla loro infanzia. E ci sono luoghi dove ritrovare quella dimensione di vita non solo è più facile, ma è la regola del gioco. Come capita al Teatrino di Mangiafoco, la nuova casa dei burattini di Margherita, appena inaugurata in via Giovanni Paolo Martini. Entrando, ho visto nella memoria i burattini che mio padre costruiva per me con la pasta da modellare. Li faceva per me, ma anche per sé. A lui ricordavano sua nonna quando lo portava agli spettacoli di Sganapino e Fagiolino. Ora ero io a portare mio figlio da Margherita, giovane e originale burattinaia, che scrive le sue storie rivisitando le fiabe più antiche, disegna e cuce i pupazzi protagonisti, che poi muove con i guanti neri e dà loro voce, nascosta dietro la baracca. Tutt’attorno ci sono burattini da collezione, cesti di marionette, ripiani colmi di stoffe in attesa di diventare qualcuno. «Vorrei che questo posto fosse come una terra di mezzo tra sogno e realtà –dice- Vorrei che bimbi e genitori vivessero insieme quarantacinque minuti di distacco da quel che c’è fuori, accolti e immersi nel teatro».  Mentre il buio viene rotto dai faretti della baracca dei burattini e la musica accompagna l’ingresso di Giacomino (quello del fagiolo magico, ndr), i bambini, le mamme e i papà sembrano trattenere il respiro per un attimo contemporaneamente e le loro espressioni assomigliarsi di più. «Le fiabe possono essere un trampolino di lancio per parlare con i propri bambini dei sentimenti. Sono un’occasione per capirsi di più». Ecco perché Margherita a ogni spettacolo invita i genitori a condividere l’esperienza con i bimbi e ad accogliere le domande che potrebbero nascere. «Le fiabe sono come i sogni. Non devono trasmettere messaggi pre-confezionati, tanto meno moralistici. A ognuno di noi quando le ascoltiamo fanno emergere cose che abbiamo dentro». Mentre la mucca che parla in bolognese decide di scioperare stanca di fare il latte ogni giorno da trent’anni per la famiglia di Giacomino, i genitori anticipano le risate dei bambini, come se all’improvviso ricordassero che da piccoli avrebbero riso allo stesso punto. Controllano premurosi gli sguardi dei figli all’entrata in scena dell’Orco che vuole mangiare “i tortellini con il ripieno di ciccia di bambini”, consapevoli che paura di un orco simile tempo prima l’avevano avuta anche loro. Del resto, come racconta Margherita, «quando esce il Mangiafoco, Orco di Vernice, il bambino si spaventa soltanto se è felice».

DAL “Corriere di Bologna”, 4 dicembre 2012, Margherita, la burattinaia che costruisce il futuro di Micaela Romagnoli:

Ci sono posti inattesi in città dedicati ai bambini. Uno di questi si affaccia con due vetrine sotto il portico di via Saragozza al numero 201. Un drin di campanello basta per lasciarsi fuori la realtà e incontrare il paese dei balocchi di Margherita, la burattinaia. Una soffitta inesplorata e colma di oggetti e materiali che «da sola basterebbe per aprire un museo»; al piano di sotto, due piccole stanze con bauli, foto d’epoca della commedia dell’arte alle pareti che fanno da contorno ad una classica baracca dei burattini in broccato con tendine rosse e passamanerie dorate, accanto a un teatrino  a righe. Attorno mensole che raccolgono una lunga fila ordinata di burattini, che sembra possano animarsi da un momento all’altro: una vera e propria collezione di pezzi scovati qua e là nei mercatini dei paesi. Questo è il “Teatrino di Mangiafoco” in un venerdì pomeriggio, in attesa che a riempirlo siano i suoi spettatori preferiti, i bambini. Adagiati sulle panche che durante gli spettacoli accolgono i piccoli, ci sono Sofia e la Strega dello zucchero, pupazzi protagonisti dell’ultima fiaba scritta e sceneggiata dalla giovane burattinaia. Loro, insieme a Giacomino con il fagiolo magico e a tanti altri, tra le mani di Margherita hanno conquistato il posto d’onore, soppiantando i più celebri bolognesi Sganapino e Balanzone. «Faccio questo mestiere da dieci anni- racconta la burattinaia di Mangiafoco- da tre, ho cominciato a scrivere i copioni delle fiabe, che sono mie rielaborazioni delle tradizionali, realizzo i pupazzi protagonisti, cucio i loro vestiti. Un lavoro manuale in ogni sua parte». «Sono finti vero? Sono un po’ birichini?», le domande più frequenti di mio figlio di fronte ai primi spettacoli di burattini, quando in scena fanno il loro ingresso i personaggi  riconosciuti come “cattivi”. «Sono tanti i bimbi che si avvicinano al teatrino con paura, a volte con una paura sconsolata. In questi casi, rassicuro per primi le mamme e i papà. Poi, insieme, facciamo capire ai più piccoli che i protagonisti delle storie non sono veri- spiega Margherita- Del resto, sono convinta che i bambini abbiano bisogno di trovare nel fantastico un mondo non troppo zuccheroso, perché altrimenti non ne sarebbero appagati. E in questo i burattini aiutano». Come? «I bimbi dentro di loro hanno un teatro infinito e grazie alle narrazioni rielaborano il reale, lo distinguono dal fantastico, così facendo sviluppano liberamente la loro interiorità- sottolinea- sperimentano tutti i ruoli, tutti i personaggi, buoni, cattivi che siano, ma lo fanno qui, nel teatrino, in un contesto per loro privo di rischi, proprio perché finto. E’ una magia». E questa è la missione della burattinaia di Mangiafoco: dare ai bambini (dai 3 ai 9 anni) pezzi di quel mondo fantastico che diventa un’impalcatura nel loro futuro.

Dal Blog PANZALLARIA, post del 14 marzo 2011, “Un antidoto alle cose brutte: fare i burattini”:

(…) Domenica Frollina ed io siamo state al laboratorio di costruzione di burattini del Teatrino di Mangiafoco ed è stato un pomeriggio magico. Abbiamo portato con noi scotch di carta e un rotolino di carta igienica (senza carta igienica) e grazie a giornali vecchi e abilità manuale, la nostra cara burattinaia e favolosa affabulatrice Margherita ci ha aiutato a far nascere un personaggio. Frollina ha scelto Rantolina che ha lentamente preso vita. E’ stato meraviglioso vedere come i bambini volevano darsi da fare e mano a mano che la testa del burattino prendeva forma, anche il personaggio cominciava a muoversi e a parlare. (…)

 

Dal Blog PANZALLARIA, post del 3 marzo 2009, “Di favole, burattini e giochi in casa“:

(…) Noi infatti ogni domenica andiamo a vedere i burattini in un teatrino bellissimo dove due prodi eroi coltivano la nobile arte del teatro di figura. Pupazzi spesso fatti da loro sono inseriti in una cornice davvero magica. Si chiama Teatrino di Mangiafuoco e si trova dentro ad un negozietto piccolo piccolo dove la domenica ci si siede in tanti, sui panchetti formato nanetti, per seguire le avventure di Balanzone, Sganapino e la strega Fiatella. La frollina ha sempre le fauci spalancate davanti ad ogni avventura e quando Sganapino tira fuori il bastone per menare il crudele di turno, ecco lei comincia a saltare e ad applaudire che pace fatta è tra la divina e la provvidenza. Io torno piccolina. Che a Bologna quando noi eravamo piccolini si andava in piazza maggiore che c’era il teatro dei burattini dentro al Comune e ogni domenica, in inverno, la mamma ci portava e per me era tutto magico e bellissimo e mi ricordo perfino l’odore della moquette che stava per terra. Dopo mesi di baby tarantola, non so se per via di queste bastonate di Sganapino che diventano quasi liberatorie o perché siamo entrati in una nuova fase di crescita, la frollina è più serena. Non bisogna corromperla con oro e schiavi per metterle il pannolino prima di dormire e vestirla non è più un’impresa titanica. (…)