La Drammaturgia della Mano #3
Questo articolo è il seguito de “La Drammaturgia della Mano #2” e “La Drammaturgia della Mano #1“.
MARCO, LO SCULTORE CHE VIVE SULLA MONTAGNA
Marco, che io chiamo amichevolmente il “mio scultore”, sembra davvero un personaggio uscito dalle fiabe. Vive con la sua famiglia (sua moglie e i suoi cinque bambini) in montagna, vicino a Lecco in una casa fatta di legno e vetro, immersa nella quiete del bosco. Ha un laboratorio pieno di meraviglie di legno: animali, cornici, statuine. Non sono stata io a trovare Marco, ma è stato lui a trovare me. Un giorno, due anni fa, ho trovato una mail che aveva come oggetto “vorrei farvi conoscere la mia manualità”. Ho guardato le foto delle sue sculture e, anche se Marco non aveva esperienza di scultura di teste di burattino (aveva scolpito solo un paio di teste per un burattinaio, anni prima), ho subito compreso che lui era perfetto.
Da tempo cercavo/aspettavo uno scultore. Non perché io non sappia scolpire il legno -certo, non sono bravissima, ma ciò che ho scolpito mi piace- quanto perché sono lentissima. Marco ha la velocità e la forza nelle mani, in due ore è capace di finire una scultura, proprio come Gaspare, che guardavo rifinire le teste con il coltellino stanley tagliando la materia come fosse burro. Marco non appartiene all’ambiente teatrale, si è formato in Trentino, presso un intagliatore di mobili. Scolpisce prima di tutto per passione, la stessa che lo porta a disseminare per la montagna statuette di legno raffiguranti gnomi ed elfi. “La gente le ruba, non capisce che se le portano a casa, via dal bosco, perdono il loro valore e diventano semplici pezzi di legno!”: questa frase è esemplificativa del carattere di Marco, che d’inverno si chiude in casa e scolpisce, d’estate cura la sua azienda agricola e fa il miele. Per due anni ci siamo scritti e confrontati ed infine l’estate scorsa gli ho inviato, pian piano, i disegni/progetti dei miei burattini. Gli ho trasmesso le dispense di quanto avevo appreso durante il corso con Gaspare e ci siamo confrontati su misure, stile, ecc… Da settembre ad oggi Marco ha scolpito 12 burattini per me e siamo nemmeno a metà dell’opera. Delle tre fasi finali -scartavetrarli, dipingerli e vestirli- me ne sono occupata io. Il mix fra il mio e il suo stile mi piace molto e da quando lavoro con questi burattini lavoro meglio e lavoro di più. I burattini sono la compagnia di attori del burattinaio, regista e demiurgo delle sue teste di legno. Fra il burattinaio e suoi burattini c’è un rapporto viscerale: i burattini danno voce alle mie voci, sono la diretta espressione di tutte le fiabe che mi porto dentro da quando ero bambina. Dal 2009 ad oggi ho scritto undici spettacoli per burattini (nel conteggio non rientrano quindi le narrazioni animate di fiabe): negli anni i copioni hanno iniziato a prendere forma attraverso le repliche. Ogni volta che vado in scena i personaggi si perfezionano e mi impossesso in maniera sempre più profonda della storia. Dal baule al teatro, dai pupazzi ai burattini, dai pochi oggetti di scena alle scenografie create da mio fratello Michele e dall’illustratrice Roberta Spettoli. La direzione in cui continuerò a muovermi sarà questa, quella del perfezionamento, del miglioramento, per dare una forma sempre più soddisfacente e completa ai miei sogni.
CASTELTEATRO: IL FAVOLOSO CIRCO DELLE OFFICINE DUENDE
Nel corso di questo reportage ho contattato diversi burattinai per intervistarli sul rapporto fra drammaturgia e costruzione. La risposta unanime è stata che il legame fra drammaturgia e costruzione è indissolubile e che in questo rapporto la drammaturgia precede sempre la costruzione. Partiamo quindi da OFFICINE DUENDE, compagnia di teatro di figura al femminile composta da Arianna ed Emanuela, le quali hanno creato “Castelteatro“, spazio teatrale/laboratoriale a Castel Guelfo, provincia di Bologna. Il comune di Castel Guelfo, in cui mi sono sposata poiché mio Marito è stato allenatore della squadra di calcio locale, è da me molto amato. Il sindaco, Cristina Carpigiani, dimostra una cura rara per le attività culturali locali ed ha infatti promosso la nascita di questo spazio. Emanuela mi scrive: “i nostri primi burattini sono stati costruiti da noi, in pasta di legno. Ora, da circa due anni, la muta ufficiale è invece quella scolpita da Riccardo Canestrari, compagnia Zanubrio Marionettes. La nuova muta è in legno (cirmolo). C’è stata una lunga discussione legata ai personaggi. Abbiamo scelto Riccardo per il suo taglio, per il suo stile lontano dai canoni tradizionali (i nostri burattini non appartengono a nessuna tradizione) anche se contemporaneamente molto tradizionale e funzionale. La costruzione è nata dalla descrizione caratteriale dei singoli personaggi (chiaramente legata alla drammaturgia). Da questo primo incontro Riccardo ci ha mandato diversi bozzetti. Abbiamo scelto uno stile molto caratterizzato, con un taglio “sgrossato” sopratutto nei capelli. I nostri spettacoli, come ti scrivevo, non si rifanno nè a canovacci tradizionali, nè a fiabe (anche se attingono da entrambe sia per quanto riguarda le dinamiche, i ritmi, sia per la struttura drammaturgica). Sono storie scritte da noi (stiamo producendo il terzo) in cui la nostra eroina (il nostro Fagiolino, per intenderci) è Priscilla”. Arianna è stata allieva a Cervia nell’anno precedente al mio. Questa compagnia raccoglie suggestioni dal teatro di strada, del nouveau cinque, del circo dei freaks e suggestioni del cinema di Burton. Non a caso il festival che curano da oltre 10 anni e che si muove nelle campagne limitrofe a Bologna di chiama “Strade” e il loro spettacolo più celebre, vincitore di “Cantieri di Strada 2009” si chiama “Freaks in 4/4” (per vedere promo click qui).
ZANUBRIO MARIONETTES
Passiamo ad una compagnia da me molto amata composta da Riccardo, scultore e illustratore -allievo alla Scuola per burattinai “Atelier delle Figure” di Cervia nell’anno precedente al mio-, sua moglie Giovanna, tecnico del suono/delle luci e abile sarta. Gli Zanubrio Marionettes sono come si presentano: fantastici nella loro genuina schiettezza e nel loro umorismo fresco. Riccardo è uno scultore eccezionale, penso basti osservare la loro muta di burattini e la muta di burattini che hanno realizzato per Officine Duende per comprendere la sua abilità nello scolpire il legno. Giovanna mette a punto i burattini cucendo per loro raffinati camiciottii. Romagnoli d’origine, valtellinesi d’adozione, oggi dirigono la rassegna itinerante “Una montagna di burattini“. Per vedere il loro canale YouTube, click qui.
TEATRINO A DUE POLLICI: LA CASA DELLA BURATTINAIA
Nel cuore di una zona periferica di Bologna, Piazza dei Colori, a due passi dall’Ex Cie e dai capannoni industriali, si nasconde il magico laboratorio/spazio teatrale di Valentina, burattinaia, musicista, abile artigiana. Il comune di Bologna aveva studiato un progetto di riqualificazione della zona, per questo motivo ha dato in convenzione diversi spazi di Piazza dei Colori ad artisti ed associazioni, fra cui appunto l’associazione “Teatrino a due pollici“ di Valentina. Purtroppo di questo piano di riqualificazione, al momento, vi è ben poca traccia: le serrande dei negozi di Piazza dei Colori sono per lo più abbassate e la strada è deserta. Inoltre, poiché la zona si trova a due passi da un enorme rotonda che collega la città con autostrada e strade provinciali, la zona risulta difficilmente raggiungibile a piedi e in bicicletta. E così uno fra gli spazi più belli di Bologna rimane oggi ancora troppo poco conosciuto. Con Valentina c’è un rapporto di stima e fiducia ormai da anni. Ammiro il suo impegno, la sua metodicità, la sua perseveranza e naturalmente la sua grande creatività. Se volete scoprire l’incantato Atelier di Valentina questo è il momento giusto per farlo, perché dal 29 gennaio al 4 febbraio vi sarà una rassegna di spettacoli presso il suo spazio: domenica 29 gennaio ore 11, “Pinocchio senza stivali e il grillo danzante“, spettacolo di marionette, musica e narrazione; domenica 4 febbraio ore 11, “Il buco“, spettacolo e laboratorio di teatro di carta; domenica 12 febbraio ore11, “Milli, una mucca al circo“, spettacolo di teatro d’ombre. Ingresso a offerta libera, è richiesta la tessera dell’Associazione Teatrino a due Pollici (costo 3 euro). Info e prenotazioni: teatrinoaduepollici@gmail.
SANDRA PAGLIARANI: IL NASO IN SU, GLI OCCHI AI BURATTINI
I primissimi burattini della Compagnia Nasinsu sono stati costruiti dalle due burattinaie, Sandra Pagliarani e Stefania Rosignuolo, con la tecnica della “carta collata”, appresa da Sandra presso l’Accademia di belle Arti di Bologna e con la tecnica della “pasta di legno”, appresa da Stefania presso la scuola di “Arrivano dal Mare”. I burattini di “seconda generazione” sono stati invece costruiti da Sandra con la collaborazione dell’ormai nota scultrice/scenografa Brina Babini (di cui ho parlato nei due precedenti capitoli) in legno cirmolo. Sandra scrive: ” penso che il rapporto tra costruzione del burattino e drammaturgia sia molto importante: prima di pensare che fisionomia e carattere dovranno avere i burattini, partiamo con la scrittura della storia. Una volta che abbiamo la struttura base della storia, andiamo a fare i bozzetti delle teste dei personaggi. Successivamente, quando la storia prende una stesura più definitiva, pensiamo a come debbano essere vestiti e acconciati, se abbiano bisogno di funzioni particolari. Tutto questo presume una stretta relazione tra la scrittura-drammaturgia e la costruzione dei vari personaggi”. Cara Sandra, non posso che essere d’accordo con te. Per maggiori info: Compagnia Nasinsu. Canale You Tube: Sandra Pagliarani.
PAOLA CAMERONE: IL SOGNO NELL’OMBRA
Conosco Paola da poco e non ho ancora avuto modo di assistere ai suoi spettacoli, ma la segnalo perché credo che un’artista che ha lavorato per ben sette anni per Il Teatro Gioco Vita di Piacenza si presenti già da sé. Nel suo caso non parliamo di burattini, ma di shilouettes di teatro delle ombre. Le sagome sono costruite da Paola o, in alcuni casi, da una sua collega ombrista e possono essere realizzate in cartoncino, policarbonato, legno, stoffa, a seconda delle esigenze specifiche di utilizzo e delle caratteristiche che ognuna di esse deve avere in scena e a seconda anche delle scelte stilistiche di ogni spettacolo. Paola ha imparato le tecnica di costruzione appunto presso il Teatro Gioco Vita di Piacenza, dove si è formata. “Il rapporto tra drammaturgia e costruzione è strettissimo” scrive Paola “perché ogni sagoma, avendo possibilità di movimento e di espressività limitate, viene costruita in base all’azione che deve compiere in scena e in base alla specifica emozione che deve esprimere in essa. Prima di costruire le sagome occorre avere a disposizione una drammaturgia ben definita e il più possibile precisa”. Per maggiori info: Compagnia Teatrale della Luna Crescente.
GIORGIO GABRIELLI, IL CREATORE DI CREATURE
A maggio 2016, mentre stavo passando un periodo non proprio gioioso, ricordo come parentesi di immensa felicità il Festival di teatro di figura popolare La Fiuma organizzato dal valente burattinaio Giorgio Gabrielli. Giorgio ha un laboratorio stabile d’arte e di teatro di figura che si chiama La Casa del Burattinaio e che ha sede a San Benedetto Po. Io e Nader amiamo i paesi sul Po, conserviamo gelosamente il ricordo di serate passate a Gualtieri, a Guastalla, a Suzzara, a Santa Vittoria e in cui, dopo cena, passeggiamo lungo gli argini. Il nostro amore per il fiume e per il teatro di figura ha trovato perciò il coronamento perfetto presso questo luogo. Il Festival, di cui avrei voluto parlare approfonditamente lo scorso anno -ma non ho fatto in tempo- ma di cui parlerò di certo quest’anno, è perfetto per grandi e piccini, per chi ama l’arte di strada e i burattini. “Il progetto “San Benedetto Po Centro Internazionale della Marionetta e del Burattino” si propone di valorizzare il patrimonio e la tradizione del teatro delle marionette e dei burattini della bassa pianura padana, testimoniata dalle importanti collezioni custodite dal Museo Civico e di fare di San Benedetto Po un centro culturale propulsivo per l’intero Oltrepò (dalla Gazzetta di Mantova del 9 maggio 2016). Giorgio è un “creatore di creature”, inventa congegni per muovere occhi e bocca dei burattini, rimane celebre la sua marionetta di Paolo Conte (che gioca sul tic delle sopracciglia tipico del cantautore) e il pupazzo di gommapiuma della Buba, ma naturalmente anche i suoi Sandrone e Polonia, esilaranti nella bastonatura al ralenti del povero contadino modenese da parte della poco paziente moglie. Per saperne di più potete guardare il documentario su you tube “La casa del burattinaio“.
Termina qui il reportage in tre puntate “La Drammaturgia della Mano”. A parte curerò un reportage sulla tradizione bolognese (Riccardo Pazzaglia), che penso meriti uno studio e un approfondimento a parte.
Spero che questo carrellata sui burattinai locali e sui loro stili di costruzione vi abbia appassionato: se avete domande, suggerimenti (ad esempio se avreste preferito vi fosse un ulteriore approfondimento su un determinato argomento) scrivete a teatrinomangiafoco@gmail.com e verrete accontentati nei prossimi articoli.
Grazie a tutti i burattinai citati, lunga viva al teatro di figura, lunga vita ai burattinai e ai loro burattini! OLE’!
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