Illustrazione di Lorenzo Mattotti

Illustrazione di Lorenzo Mattotti

E’ stata una settimana emotivamente faticosa. Fortunatamente i bambini mi danno energia. Grazie a loro, attraverso le routine che ci accompagnano nei giorni di Nido, guardo il mondo in maniera morbida: ho appeso a Burattinificio un orologio a cucù ed ero del tutto inconsapevole del fascino che avrebbe potuto esercitare sui pupi; adesso, ogni mezz’ora, stiamo con il naso in su ad aspettare che “cip cip” esca dalla casetta ed intoni un breve canto. Ed Irene, puntualmente, dopo che “cip cip” ha cantato, esclama “canta!”, come a dire “hai visto? Ha cantato per davvero un’altra volta!”.

Illustrazione di Sybille Schenker

Illustrazione di Sybille Schenker

Nell’ultima settimana ho riscontrato difficoltà comunicative nell’ambito di un rapporto di lavoro e queste difficoltà mi hanno portato a riflettere sul meccanismo del dare e del ricevere. I bambini, fin da quando sono piccolissimi, vengono introdotti alla relazione con la mamma attraverso questo dialogo fra le parti. Il dialogo si basa sui turni: parlo io, poi parli tu, ti do, poi ricevo, ecc. Solo che, invece della parola, vi è la suzione (il neonato succhia il latte della mamma, poi si ferma e la guarda) e lo sguardo (la mamma risponde guardando a sua volta il suo bimbo e parlandogli). Entrambi i momenti sono importanti e contribuiscono alla costruzione del rapporto. Bisogna saper dare, ma è altrettanto necessario essere in grado di ricevere. Mesi fa io e Nader siamo stati a cena da due cari amici e dalla loro bimba, Clara. Con somma sorpresa constatavamo che Clara era in grado di rispettare i turni: parlava, ma lasciava che anche gli adulti parlassero. Si interessava alle vicende dei suoi genitori, rideva alle loro battute, era a conoscenza di particolari della loro vita. Spesso si dà per scontato che i bambini si annoino ad ascoltare i discorsi dei “grandi”. 

Silhouette di Lotte Reiniger

Silhouette di Lotte Reiniger

Non credo che i bambini si annoino ma che non siano abituati a farlo: o sono protagonisti o vengono ignorati. Il mondo adulto e il mondo dell’infanzia sono due sconosciuti che vivono nella stessa casa. E’ indispensabile che vi sia una reciprocità comunicativa nel rapporto genitori/figli. Spesso teniamo i bambini all’oscuro di tante cose, perché vogliamo proteggerli, perché pensiamo non possano capire. Credo che i bambini possano capire tutto, anche le cose più difficili e tristi della vita, dipende dalla pazienza e la disponibilità da parte dell’adulto nel trovare un linguaggio comune, basato sull’affetto, che contribuisca a creare un’atmosfera di empatia reciproca.

Illustrazione di Sybille Schenker

Illustrazione di Sybille Schenker

Sabato sono stata al compleanno di un pupetto che compiva tre anni. C’erano pochi bimbi, fra cui una bimba di 22 mesi. Tutti hanno ascoltato per 50 minuti le imprese di Cappuccetto Rosso e Riccioli d’oro, senza staccare mai gli occhi dalla scena. Allora non è vero, come molti dicono, che i bambini così piccoli non possano comprendere un teatro che, più che visivo, sia fatto di parole. La scelta delle parole, lo sguardo, i gesti… questo crea la comunicazione. Particolare non indifferente: i genitori erano accanto a loro, che guardavano lo spettacolo, silenziosi e in sintonia con i loro bimbi. I neonati non parlano, ma capiscono tutto attraverso il corpo: sanno se la mamma è triste, nervosa oppure se è serena. Il dialogo si crea prima attraverso gli stati emotivi, poi attraverso le parole. Anche sul lavoro si creano scambi emotivi, e da questi scambi, se non c’è la giusta misura fra il dare e il ricevere, fra l’ascoltare e l’essere ascoltati, si vengono a creare conflitti. Un bambino non ascoltato non saprà ascoltare. Ma anche un bambino iper-ascoltato non è detto che sappia ascoltare perché l’empatia si basa sulla reciprocità, non sull’unilateralità: do e ricevo.

Ombre di Stephen Mushin

Ombre di Stephen Mushin

Questa settimana ho comprato una bella zucca per costruire la lanterna di halloween con i miei Burattinidini. E’ arrivato il freddo, quello vero, e ieri sera, io e Nader, abbiamo messo le prime sciarpe della stagione. Buona fine e buon inizio settimana a tutti.