Illustrazioni di Francesca Tancini del racconto “Il Mantello” di Dino Buzzati

In queste ultime settimane abbiamo dovuto prendere delle decisioni importanti per il bene di Neve. In contemporanea a queste importanti riflessioni mi è tornata in mente una fiaba che da bambina -avevo forse sette anni- avevo letto in un libro  che, mi pare di ricordare, si intitolasse “Racconti e Novelle” e che avevo trovato nella casa dei miei nonni. Era una casa misteriosa, fatta di cunicoli, pertugi, angoli segreti. C’erano anche tanti libri, ovunque,  nascosti nelle nicchie. Nei pomeriggi d’estate era bello stanarli, scoprendo così nuove storie. Ecco dunque la fiaba, così come la ricordo nelle mie memorie di bambina:

Era una fredda notte d’inverno, la neve cadeva sul tetto di una casetta nel bosco. Lì viveva una donna, con il suo bambino appena nato. Il bambino era molto malato. La donna cercava di coprirlo meglio che poteva e di attizzare il fuoco nel caminetto, ma la notte era gelida e quel freddo pungente crepava i vetri della casetta. La donna vegliava il suo bambino con il cuore pieno di angoscia. Era seduta al suo capezzale e da giorni non dormiva. Chiuse per un momento gli occhi. Quando li riaprì , si accorse con orrore che il suo bambino era scomparso dal letto. Corse alla porta, che era stata spalancata, e vide allontanarsi un uomo, con un mantello scuro, che teneva fra le braccia il bambino. La donna, disperata, lo inseguì. Corsero a lungo attraverso il bosco, sprofondato nel manto della neve e giunsero infine ad un grande lago. L’uomo salì con il bambino su una barchetta. La donna, sconsolata, li osservò allontanarsi. Allora si spogliò e nuotò nella acque gelide del lago. Arrivò ad un minuscolo isolotto, sul quale sorgeva una casetta. La donna vi entrò e vide l’uomo dal mantello scuro chino su un tavolo. Intorno a lui c’erano tanti lumini, così tanti che sarebbe stato impossibili contarli tutti. La donna si gettò in ginocchio e pregò l’uomo di ridarle il suo bambino. L’uomo, stupito dalla tenacia della donna, le rispose che, poiché era riuscita ad arrivare fin lì, era disposto a restituirglielo. Ma, in quel momento, lo sguardo della donna fu attratto da un buco all’interno della stanza. La donna guardò al suo interno e vide due vite: una vita era piena di gioia ed amore; l’altra vita era piena di miseria e dolore. La donna domandò all’uomo a chi appartenessero quelle vite. L’uomo rispose che una delle due vite apparteneva al suo bambino. La donna chiese quale delle due toccasse in sorte al suo bambino. L’uomo le disse che non gli era permesso risponderle. La donna, allora scoppiò, a piangere e disse all’uomo di tenersi il suo bambino. L’uomo era sorpreso. Ma come? Lei che aveva lottato e sofferto così tanto, ora non rivoleva il suo bambino? La donna disse che se c’era anche solo una possibilità che il suo bambino avesse una vita di dolore e miseria, preferiva se ne andasse subito e non soffrisse più. E così, la Morte, portò con sé il bambino.

Illustrazioni di Francesca Tancini del racconto “Il Mantello” di Dino Buzzati

Un genitore, quando il suo bambino nasce, come la donna del racconto, viene implicitamente messo di fronte a questa scelta. Una madre e un padre devono accettare che il loro bambino un giorno diventerà un uomo, andrà per la sua strada, e non potranno sempre proteggerlo. La protezione di un genitore “sufficientemente buono” è comunque incompleta, anche quando il bambino è piccolo. Non vi sono decisioni sicure al 100%, c’è sempre un margine di rischio; anche se amiamo i nostri bambini e vorremmo non sbagliare mai. La vita dei nostri bambini potrebbe essere bellissima, ma potrebbe anche non esserlo. Sono indipendenti da noi, e per quanto la nostra pulsione sia spesso quella di tutelarli in tutto, dobbiamo accettare che è impossibile farlo. Un’eccessiva tutela da parte di un genitore può essere anzi controproducente. Il bambino, messo di fronte alle paure del genitore, potrebbe rendere sue quelle paure e pensare che il Mondo è pieno di rischi che non valgono la pena di essere vissuti. La madre del racconto, infatti, rifiuta quel rischio e impedisce così al suo bambino di soffrire, ma anche di vivere. Questa storia, rimasta incastrata nelle pieghe della mia mente, oggi che sono mamma è riaffiorata per ricordarmi che non può esserci gioia senza dolore, e non può esserci vita senza morte. Questa storia è venuta a galla per ricordarmi (ci) che serve tanto coraggio per essere un padre, per essere una madre.

Illustrazioni di Francesca Tancini del racconto “Il Mantello” di Dino Buzzati

Nel mese di giugno vi aspetto per ascoltare due fiabe, di vita, di morte, di gioia, di dolore, di risate, di amore a:

 

DOMENICA 3 GIUGNO 2018 ORE 17

presso FICO (Fabbrica Italiana Contadina) a Bologna, nel Teatro Arena

LA FIABA DEL NASO D’ARGENTO

Spettacolo di burattini

INGRESSO : 6 €

Sconto Famiglia: 12 € per 3 persone

I BIMBI SOTTO I DUE ANNI NON PAGANO

 

SABATO 9 GIUGNO 2018 ORE 17

presso Biblioteca B. Bjornson a Monterenzio (Bo)

via Idice 58/a, (Parco dei Ciliegi)

FIABE IN CUI SI NASCE IN CUCINA

Spettacolo di narrazione animato con pupazzi

INGRESSO GRATUITO